A volte comprendendo a fondo il significato di una parola, di un termine, di un "insieme di fonemi", si può comprenderne meglio il concetto. Scopri qual' è il vero significato e la radice etimologica di parole come matrimonio, fedi, sposa, nozze ecc... Nei diversi aspetti.
Dal latino matrimonium, derivato di mater -tris "madre", sul modello di patrimonium.
Istituzione sociale nella quale un uomo e una donna manifestano la volontà       di unirsi come marito e moglie e di formare una famiglia; tale unione è       generalmente ratificata mediante un rito laico o religioso.
        
        Il matrimonio determina inoltre la posizione giuridico-sociale dei nascituri       (cioè dei figli nati dalla coppia) in base a quella dei genitori       (cittadinanza, casta, clan ecc.).
        
        La legislazione dei singoli paesi stabilisce per ciascun coniuge i diritti e       i doveri tesi a garantire la sussistenza morale, materiale, sociale e       giuridica della famiglia. L'istituzione matrimoniale è presente fin dai       tempi più antichi e, nelle sue diverse forme, riflette i valori e i costumi       di una data società.
Nella teologia cattolica, l'atto giuridico e rituale con il quale i due coniugi, nel rispetto delle condizioni stabilite dal diritto canonico, sanciscono la loro unione davanti al sacerdote e ai testimoni, dichiarando di avere assunto questa decisione in totale libertà. Attribuendo l'istituzione del sacramento allo stesso Gesù Cristo, la Chiesa cattolica proclama l'indissolubilità del legame matrimoniale facendo riferimento ai dati biblici (Vangelo secondo Matteo, 19:3-9) e stabilendo esplicitamente la procreazione come uno dei fini dell'unione. In Italia il matrimonio religioso assume validità anche agli effetti civili secondo quanto previsto dal Concordato.
In diritto il termine indica l'atto solenne con il quale due persone (un uomo e una donna) diventano marito e moglie, promettendosi reciprocamente di vivere insieme per tutta la vita, di rimanere fedeli l'uno all'altra e di aiutarsi in caso di difficoltà.
Etimologia: dal latino anellus, diminuitivo di anus "cerchio". 
        
        Cerchietto usato per adornare le dita delle mani e, in alcune civiltà, anche       dei piedi. Nel corso dei secoli è stato impiegato con funzioni diverse da       quella decorativa: come simbolo di uno stato sociale, come emblema di potere       e autorità o come talismano. Gli antichi egizi saldavano agli anelli sigilli       raffiguranti scarabei e geroglifici, mentre i greci indossavano cerchietti       d'oro con cammei o incisioni. Presso gli antichi romani l'uso di questi       monili era regolato dalla legge: gli anelli dei cittadini liberi erano       d'oro, quelli degli schiavi liberati d'argento e quelli degli schiavi di       ferro. Le matrone romane sfoggiavano fedi nuziali cui era talvolta applicata       una piccola chiave, segno della loro autorità nella famiglia. Anche i primi       cristiani utilizzarono questi gioielli e dal Medioevo in avanti venne       adottata la pratica della consegna di un anello a re e vescovi durante la       cerimonia di incoronazione o consacrazione. Per tradizione, i pontefici       ricevono tuttora il cosiddetto "anello piscatorio", raffigurante la barca di       san Pietro contornata dal nome del papa; l'anello, utilizzato per sigillare       le epistole papali, viene spezzato alla morte del pontefice. La popolarità       di questo tipo di ornamento raggiunse il culmine nel XVI secolo, periodo in       cui si amava indossare su ciascun dito uno o più anelli, dotati di sigillo o       più spesso impreziositi da pietre. Gli anelli nuziali e di fidanzamento       hanno origini molto antiche; la consuetudine maschile e femminile di       indossare un cerchietto d'oro dopo il matrimonio si affermò tuttavia solo a       partire dal XVI secolo, mentre l'abitudine di incidere i nomi degli sposi e       la data delle nozze all'interno della vera risale al Settecento.